Studio dentistico Riva| Figino Serenza| Alzate Brianza

Dente del giudizio dolore: quanto dura e come affrontarlo?

1- A cosa serve il dente del giudizio?

Si sa, l’evoluzione segue vie inaspettate e talvolta inspiegabili. I denti del giudizio ad esempio sono un’eredità dei nostri antenati ominidi che si cibavano di alimenti moto duri! Probabilmente non hanno più alcuna utilità. La nostra dieta infatti, fatta di alimenti morbidi non necessita più dell’utilizzo di questi denti forti e resistenti che venivano utilizzati per strappare e pestare i cibi duri e la cane cruda.

A dimostrazione di questo anche la conformazione delle nostre mascelle, che con il tempo sono diminuite nelle dimensioni al punto tale da non lasciare nemmeno spazio a questi denti di crescere.

2 - Tutti hanno i denti del giudizio?

I quattro denti molari, conosciuti anche come “ottavi”, compaiono di solito tra i 17 e i 25 anni. In alcuni casi, possono essere anche più di quattro (iperdentia) o meno di quattro (ipodontia). Non solo: i denti del giudizio possono anche non spuntare mai, rimanendo quindi inclusi e coperti completamente dalla gengiva, oppure comparire solo in parte.

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3 - Perchè le estrazioni dei denti del giudizio sono così frequenti?

Il dente estremo, oltre a non avere più alcuna utilità, rischia anche di essere dannoso perché non trovando lo spazio per crescere in verticale è costretto a spingere verso il centro dell’arcata producendo spostamenti o altre patologie come carie, ascessi e formazione di tasche gengivali.

 

Si può dire insomma che i denti del giudizio stanno proprio sparendo perché non servono più e si stima che il 35% della popolazione non li abbia più. Se non ci sono disturbi come ascessi o carie comunque non serve toglierli, potrebbero rivelarsi utili da anziani come “aggancio” per una protesi dentale.

 

4 - Come avviene l’intervento di estrazione?

Si tratta di un intervento in anestesia locale che dura al massimo un ora. Durata, metodologia e complessità dell’intervento dipendono molto dalla situazione di partenza del dente del giudizio: a volte è sufficiente estrarre, altre sarà necessario incidere la gengiva altre ancora rompere il dente.

Il dente superiore, ad esempio, è più facile da estrarre poiché per la forza di gravità ha tendenza a trovare il cammino naturale da solo. Il dente inferiore, invece, è spesso in posizione distesa e quindi la sua rimozione è più complicata, così come la guarigione della ferita. Per questi motivi si tende a realizzare l’intervento operando un lato per volta e non i due inferiori insieme e i due superiori insieme. In ogni caso, ogni dentista può decidere come proseguire per l’intervento basandosi sulla struttura e i problemi dentali del paziente.

Dr. Emanuele Riva | Studio Dentistico Riva
4 - Quanto dura il dolore dopo l’estrazione?

Si tratta di un intervento in anestesia locale che dura al massimo un ora. Durata, metodologia e complessità dell’intervento dipendono molto dalla situazione di partenza del dente del giudizio: a volte è sufficiente estrarre, altre sarà necessario incidere la gengiva altre ancora rompere il dente.

Anche in questo caso dipende moltissimo dalla situazione di partenza. Alcuni interventi saranno seguiti da gonfiore e dolore, altri invece non manifesteranno alcun problema. Esistono comunque delle tecniche e delle accortezze per tenere a bada il dolore nelle 24 ore successive all’intervento:

  • Dormire con la testa leggermente sollevata placherà dolore e il sanguinamento gengivale
  • Tenere premuta una garza assorbente sul sito dell’estrazione dentale per almeno 30-60 minuti, senza rimuoverla o toccarla con le dita, questo diminuirà il sanguinamento!
  • Assumere farmaci ad azione antidolorifica-antinfiammatoria prima che l’effetto dell’anestesia svanisca.
  • Tenere una borsa del ghiaccio all’esterno della mascella per ridurre il gonfiore.
  • Lavare i denti regolarmente mantenendo uno spazzolamento delicato nelle zone dell’estrazione e Sciacquare delicatamente la bocca con collutori disinfettanti
  • Evitare sforzi fisici nel giorni seguenti per non favorire la pressione arteriosa e il conseguente sanguinamento.

 

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