Tutti possono mettere gli impianti dentali? Quali sono i requisiti minimi? E nel caso questi mancassero, ci sono dei rimedi che l’implantologo può applicare per permettere al paziente di affrontare con tranquillità un intervento senza il timore di perdere l’impianto dopo pochi mesi?

Se stai pensando di affrontare un impianto dentale innanzitutto devi considerare di essere in buone condizioni di salute generale. Talvolta, prima di procedere con un impianto, si potrebbero riscontrare patologie quali gengivite, parodontite o piorrea che possono e devono essere trattate preliminarmente al trattamento implantare.

Tuttavia, la causa più frequente di rinuncia di intervento implantologico è data dalla mancanza di osso nella gengiva. È necessario infatti disporre di una adeguata quantità e qualità di tessuto osseo e gengiva per assicurare agli impianti sufficiente stabilità meccanica.  Quando è necessario sostituire i denti andati perduti mediante l’inserimento di impianti dentali, ma si riscontra una insufficiente quantità di osso per sostenerli, il clinico può ricorrere a procedure di rigenerazione ossea.

La perdita ossea può essere dovuta a molteplici cause: un incidente o un’infiammazione delle gengive e dell’osso mascellare e mandibolare dovuta alla placca batterica (parodontite). Anche ne caso di perdita di un dente l’altezza e lo spessore dell’osso si possono ridurre a causa dell’assenza di carico meccanico. Come abbiamo anticipato un volume osseo adeguato è tuttavia essenziale per assicurare la stabilità a lungo termine degli impianti dentali.

Assolutamente no!

Fortunatamente l’osso umano possiede la capacità di rigenerarsi e ricostruire l’osso mancante. Rigenerare l’osso attorno agli impianti può permettere il ricorso agli impianti dentali anche in casi in cui le condizioni di partenza rendano difficoltosa la loro applicazione.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia questa operazione naturale di rigenerazione ossee necessita di un supporto. L’osso infatti, in fase di formazione, richiede un’impalcatura che funga da guida per la ricrescita. Ecco in sintesi cosa comporta la rigenerazione ossea svolta dall’odontoiatra: aiutare l’osso a rigenerarsi per accogliere l’impianto dentale.

Esistono diverse tecniche per la rigenerazione ossea: fra queste, una delle più diffuse, è quella che fa ricorso a membrane: si tratta di “foglietti” di biomateriale che vengono fissati sotto la gengiva mediante un intervento chirurgico prima (o nello stesso momento) del posizionamento di uno o più impianti dentali.

Queste membrane vengono posizionate sotto la gengiva, al di sopra della zona dove l’osso è mancante, per isolarlo e dare il tempo al tessuto di crescere e rigenerare all’interno dello spazio vuoto creato. Talvolta, l’impiego di queste membrane è associato a quello di un innesto osseo (o di un sostituto osseo), utile per accelerare il processo di guarigione.

Le membrane possono essere

• riassorbibili 
• non riassorbibili

Le prime si degradano e scompaiono da sole nell’arco di qualche settimana o qualche mese. Le seconde richiedono un secondo intervento per la loro asportazione a distanza di mesi dalla loro applicazione.

Pur essendo molto efficaci, le tecniche di rigenerazione ossea, devono essere utilizzate solo nei casi in cui l’igiene orale del paziente sia molto scrupolosa e il chirurgo abile e competente, per prevenire complicanze legate alla contaminazione batterica.

Vuoi sapere se anche tu puoi fare un impianto dentale?